Travel blogger: ecco cosa facciamo e perché ci odiano.

I travel blogger. Cosa fanno per vivere e perchè sono così odiati sui gruppi facebook? Noi ci abbiamo riflettuto e abbiamo scritto quello che pensiamo.

Perché esistono i travel blogger? Apriamo il 2020 rispondendo ad una domanda che probabilmente nessuno si fa pensando di conoscere la risposta. Ci abbiamo pensato parecchio prima di pubblicare questo articolo, tanti non saranno d’accordo con noi, ma avendo un posto libero dove scrivere pensiamo che il nostro punto di vista sia importante per chi ci segue e condivide con noi le proprie idee.


CHI SONO I TRAVEL BLOGGER

Nei primi anni del 2000 nessuno aveva la minima idea o prospettiva di fare il blogger. Non si era ancora coniata la parola, dato che internet si stava ancora diffondendo. Ma a distanza di 10 anni la professione del blogger ha iniziato a mettere basi importanti nel mercato. Arrivavano inviti ad eventi, pass gratuiti per mostre, fiere e si iniziava a configurare un metodo di lavoro che avrebbe portato tanti blogger a vivere del proprio blog.

Nel 2011 erano 156 milioni i blog pubblici online, ed erano davvero tanti. Al momento non abbiamo un dato recente, ma secondo alcune stime sembrerebbero triplicati. Dopo i blogger sono arrivati gli instagrammer e gli influencer e sembra che il mondo si basi solo sulle loro opinioni o sui loro numeri.

Per l’italiano medio il travel blogger è una sorta di Chiara Ferragni del settore viaggi, senza nemmeno sapere da dove è partita Chiara Ferragni. Ecco, niente di più sbagliato.

Il travel blogger NON è un un instagrammer. O meglio non solo. Non è un influencer, o meglio non sempre. Il travel blogger NON viaggia gratis e non prova le strutture a “babbo morto”. No. No. e ancora NO. Il travel blogger serio non chiede nemmeno alle strutture di soggiornare gratis per avere un articolo sul blog.


COSA FA PER VIVERE UN TRAVEL BLOGGER?

La maggioranza dei blogger che conosciamo noi non vive del proprio blog, fanno altro nella vita e non aspettano l’invito gratis per andare alla mostra più cool dell’anno.

I travel blogger che conosciamo noi sono viaggiatori appassionati, persone che pianificano viaggi, itinerari, percorsi condividono le loro esperienze attraverso il blog e i canali social che ha collegato al proprio spazio web. Non è facile farsi seguire. Non è vero che blogger non fa nulla e viaggia gratis. Almeno non per noi.

Poi certo ci sono blogger che vivono esclusivamente del loro blog, ma sono davvero pochi e sono professionisti seri che magari hanno iniziato un decennio fa e non hanno bisogno di postare u un gruppo facebook per raccogliere una manciata di like. Non credete a quello che tutti vogliono farvi credere. La realtà è ben diversa.


LA GIORNATA TIPO DI UN TRAVEL BLOGGER

travel blogger

La giornata tipo non esiste, ma possiamo individuare 3 diverse giornate tipo.

GIORNATA TIPO A) DAL LUNEDI’ AL VENERDI’

Per noi che non viviamo di blog, in genere si passa la giornata in ufficio, ci alziamo intorno alle 6:00 e si va in ufficio o in reparto. La sera, è dedicata al blog. Difficilmente usciamo o andiamo per locali. Scriviamo e cerchiamo posti da esplorare. Ci colleghiamo a gruppi social specializzati in blogging o in tecniche SEO che ci aiutano nel gestire problemi tecnici. Rispondiamo ai messaggi privati e alle email e interagiamo con il nostro pubblico.

GIORNATA TIPO B) WEEK END

Le nostre giornate di riposo sono in genere il sabato e la domenica, ma possono cambiare durante la settimana. Quando non partiamo ci si alza preso la mattina, verso le 7:30. Mentre si fa colazione si controlla la posta, e i messaggi su FB e Instagram. Si risponde alle email e si fa un po’ di networking con altri blogger che seguiamo e ci si scambia opinioni di ogni genere.

Il resto della giornata è dedicata alla pianificazione del prossimo viaggio. Si traccia un itinerario, si calcolano i tempi e i costi di tutto. Si leggono articoli di altri blogger che sono già stati in quel luogo e si cercano nuove location da aggiungere al nostro itinerario, per differenziarci dal resto del web.

GIORNATA TIPO C) QUANDO SIAMO IN VIAGGIO

Quando si è in viaggio la giornata è interamente dedicata all’esplorazione, alla visita o al raggiungimento della tappa del nostro viaggio. Durante la giornata scattiamo fotografie, giriamo video, quando la connessione lo permette facciamo qualche diretta per i nostri followers. La sera, dopo cena, iniziamo a scaricare tutto il materiale, lo cataloghiamo, scartiamo quello che non reputiamo all’altezza. Verso la mezzanotte si va in branda.

Il giorno dopo ricomincia il viaggio. Ci si alza sempre verso le 7, si fa colazione e poi via verso la nuova tappa. E così via finché non arriva il tanto odiato giorno del rientro.

In aereo si decide quali saranno gli articoli che verranno scritti e si inizia a scegliere le foto per la photogallery. Se il viaggio è molto lungo si inizia anche a montare qualche video.

Una volta a casa si inizia a scrivere, a mente serena, gli articoli per il blog con l’aiuto anche del materiale informativo raccolto sul posto. In alcuni casi, siamo noi che sviluppiamo guide utili a futuri viaggiatori con info e dettagli specifici di alcune zone.

Tutto il materiale pubblicato sul blog verrà condiviso o rielaborato sui social più diffusi.

Ecco questo è, a grandi linee, quello che fa il travel blogger. Se non fosse un viaggiatore serio e appassionato non potrebbe mai produrre tutto questo materiale, nel lungo periodo verrebbe meno l’impegno e le energie.


PERCHE’ CI ODIANO TANTO SUI SOCIAL

travel blogger

I social sono nati per condividere materiali: post, foto, video. Il blogger spesso condivide link dei propri articoli che spesso vengono visti come un’intrusione non consentita. Ecco noi non siamo d’accordo.

Tolleriamo che venga pubblicato qualsiasi cosa sui social, anche la foto dello zio che sta mangiando il panino con la porchetta (:-)), ma il link verso un blog NO – QUELLO NO! Ma perché?

Per noi è inconcepibile. I social servono per condividere qualcosa. Noi siamo a favore della condivisione, anche tra blogger, invece sembra che anche tra di noi, vi sia una gelosia infinita. Perché un odio così profondo verso una categoria che lavora con passione e spesso lo fa gratis?

L’utente medio che si iscrive ad un gruppo di viaggi, lo fa perché è interessato ai viaggi. Cosa fa di male un blogger che condivide un link su un viaggio appena concluso? Un post con informazioni dettagliate magari accompagnato da fotografie ben fatte? La risposta è una: genera traffico verso il suo blog! E sembra che sia un peccato mortale, peggio dell’evasione fiscale! Poi però non diciamo niente se a generare traffico sono le multinazionali o i grandi brand.

Non vi nascondiamo che articolo è maturato dopo aver letto diversi post su Gruppi Facebook molto grandi (oltre 200k follower) dove alcuni utenti si lamentavano dei blogger perché si registrano a gruppi per avere visibilità e like. Ebbene, svegliatevi: TUTTI pubblicano su facebook per avere visibilità. Anche la nonna che vuole fare gli auguri al nipote espatriato.

Prima di dire che i gruppi FB e le pagine generano traffico per i blog, fatevi un esame di coscienza e chiedetevi quante volte avete aperto google per fare una ricerca e la risposta l’avete trovata su un blog. Se vi è capitato almeno una volta nella vita, sappiate che senza quel blog sareste ancora lì a fare la caccia al nulla!

Dunque, se non siete interessati ad un post o ad un link di un blogger, semplicemente andate oltre, evitate polemiche inutili. Se il link è stato pubblicato vuol dire che non infrange nessuna regola del gruppo che lo ospita! E’ l’amministratore del gruppo stesso che l’ha approvato. Pertanto la tua inutile lamentela non serve a nulla anzi .. genera comunque traffico!

Adesso prima di dire che i blogger non fanno nulla, viaggiano gratis e “rubano” qualche like sulle pagine e sui gruppi facebook, pensateci. Non siamo più colpevoli di chi vi invia link pubblicitari che cancellate con un click senza farne un caso nazionale.

18 commenti su “Travel blogger: ecco cosa facciamo e perché ci odiano.

  1. Meno male che qualcuno lo dice! Ho letto l’articolo con attenzione e mi trovate totalmente d’accordo. Anch’io non capisco perché non si possa postare il proprio articolo nei gruppi, tanto più che lavoriamo gratis per dare info che a volte non si troverebbero da nessuna parte! Siamo sempre disponibili, rispondiamo educatamente ad ogni domanda e talvolta nemmeno un grazie.

    Forse postare il blog è una cosa, postare la pagina è un’altra: si possono prendere like e a qualcuno scoccia. Mah, dicono si chiami autopromozione, e allora? Quando porta a qualcosa di utile che male fa?

    Anch’io poi vedo tanta invidia e arrivismo ma questo è il mondo anche fuori dal web. Grazie per questo articolo e per aver fatto luce su un tema un po’ spinoso come questo.

    Nemmeno io ci lavoro col blog anzi, tutti i miei viaggi, per pochi che siano, sono tutti autofinanziati, dalla A alla Z.
    Buona continuazione!
    Chiara.

      1. Condivido a pieno il tuo pensiero, l’unica cosa su cui non sono pienamente d’accordo sono i social.
        Non vedo tutto questo odio, si qualcuno c’è ma si tratta di una minoranza (ovviamente parlo per Me).
        Comunque bella descrizione di un travel blogger ??

  2. Da quando lavoro come blogger professionista la mia giornata tipo inizia alle 6, alle 5 quando sono in viaggio. Tutto questo per avere il tempo di curare il blog, i contatti con i lettori e procedere anche col mio lavoro, attività che mi vede scrivere per me e per alcune aziende, uffici turistici o miei clienti personali. Per quel che mi riguarda, io non credo che nessuno mi odi. L’idea sbagliata che passa (soprattutto attraverso Instagram) è che fare il blogger sia un lavoro da fancazzisti. La realtà è ben diversa.

    1. Personalmente penso che non odino neanche noi! Ma la maggioranza pensa che il blogger non fa nulla oltre a scroccare cene, biglietti per eventi, pernottamenti gratis. Magari questo messaggio è passato da Instagram, che tra l’altro non c’entra nulla con il blogging, ma questa “credenze” di penalizzano. A noi è capitato di andare a qualche fiera e quando diciamo che siamo blogger, alcuni operatori ci ridono in faccia. Mah ..per non parlare dei gruppi FB specializzati in viaggi.

      1. Beh io non credo che la gente ci odi. Penso semplicemente che pensino in mala fede che i blogger non fanno un emerito ca..o dalla mattina alla sera, cercando di scroccare il più possibile da aziende, hotel e agenzie. Ma per il resto sono completamente d’accordo con te! È un lavoro a tutti gli effetti, ma ancora poco regolato dallo Stato. Speriamo che cambi qualcosa.

  3. Quanto sono d’accordo! Mi capita sempre più spesso di ricevere messaggi del tipo: beate te che stai sempre in giro!
    Ma le persone on capiscono che noi lavoriamo 7 giorni su 7, senza pause, senza ferie. Che anche le vacanze per noi sono scrivere, postare, pubblicare, sistemare foto e così via…
    Avete tutta la mia solidarietà ragazze! 🙂

  4. Non avevo idea di questo risentimento, non l’ho mai avvertito. L’idea sbagliata sì, questa ce l’hanno in tanti, ma ce l’hanno anche tanti neofiti che si approcciano a questo mondo sperando di raccattare qualcosa gratis. E poi non scrivono neanche in italiano…

  5. Forse perché pur scrivendo un blog non mi ritengo ‘travel blogger’ non mi sono mai sentita odiata. Anzi, gli amici sono sempre ben contenti di trovare qualche articolo utile. Aggiungo anche che sono invidiosa della tua super-organizzazione “In aereo si decide quali saranno gli articoli che verranno scritti e si inizia a scegliere le foto per la photogallery” – io si e no appunto quello che ho fatto nei vari giorni su un taccuino 🙂

    1. Cara Anna – anche noi nn ci sentiamo odiate personalmente – ci mancherebbe ma in alcuni gruppi ci “schifano” proprio – mah! Comunque ognuno ha il suo metodo di lavoro che si basa anche sul tempo che si riesce a dedicare al blog!
      Ciaoooo

  6. Complimenti per l’articolo perché con esso hai espresso molti concetti che condivido in pieno. Io sono partita dal non sapere cosa fosse il mondo dei blog e dei blogger ma, amando viaggiare (nel limite delle mie possibilità), cercavo qualcosa che mi permettesse di coltivare questa passione. Senza fare la blogger di professione e avendo ancora una miriade di cose da imparare mi rendo conto di quanto già nel mio caso questa attività occupi tantissimo tempo e risorse. Purtroppo come tutte le cose che vanno un po’ in voga, ci sono anche coloro che se ne approfittano e si sentono blogger nati pretendendo di viaggiare o soggiornare gratuitamente in strutture, creando così falsi miti sull’intero mondo.

  7. Le nostre giornate tipo sono molto simili: non facendo la blogger di professione, devo ritagliarmi del tempo di solito al mattino presto prima di andare al lavoro oppure nel weekend per tenere in vita “la mia creatura”. Ma è una fatica che permette di avere molte soddisfazioni, anche se non economiche come tanti pensano. Anche perché un post sponsorizzato difficilmente ci permetterà di pagarci dei viaggi – magari un biglietto su un volo low cost. Ma in tanti non capiscono tutto quello che c’è dietro e in particolare una cosa che spesso trovo fastidiosa sono i commenti che trasudano cattiveria. Ma qui bisognerebbe scrivere un articolo dedicato ai commentatori incattiviti 😉

  8. Condivido molte delle cose che avete scritto. Non è una questione personale, ma il travel blogger tende ad essere visto come uno che viaggia gratis a spese degli altri… Va detto che alcuni blogger non sono onestissimi e per uno sconto o qualche vantaggio scriverebbero qualsiasi cosa, ma questo vale in qualsiasi settore! Personalmente utilizzo molto i post di altri viaggiatori/blogger, dove trovo info utilissime.
    Sono inoltre d’accordo sul fatto che inserire un link di un blog in una discussione su Facebook è spesso criticato. Personalmente sono molto più interessata a contenuti ben scritti che possono ispirarmi per il mio prossimo viaggio, piuttosto che a selfies tutti uguali e spesso di pessimo gusto. ??‍♀️

  9. Come per tutti i lavori (il lavoro del blogger anche se non retribuito è pur sempre un lavoro) quando un lavoro non è capito si da per scontato che quella persona lì non faccia nulla. Io ho capito quanto tempo c’è dietro ad un blog solo iniziando a gestirlo. Anche io passo tutta la giornata al lavoro (quello che mi permette di vivere e di viaggiare) e tutte le sere e i week-end sono dedicati al blog. Perché poi avere il blog non è solo scrivere un articolo ma c’è tutto il resto: backup, update, seo, velocità del sito, social da curare, e chi più ne ha più ne metta. Chi pensa che il Travel Blogger viaggi gratis scrivendo articoli dovrebbe provare a farlo e scoprirà che la realtà non è proprio questa!

  10. Quando ho cliccato sull’articolo, pensavo fosse scritto dal punto di vista di chi è riuscito e vivere esclusivamente dell’attività blogger. Che finora, non abbiamo mai incontro, ma pare che esistano 🙂
    Ho cominciato a leggere e, li, ho capito che no, avevo da fare a delle persone che come noi, viaggiano e scrivono per il piacere. La settimana tipica di un travel blogger, avremmo potuto scriverla noi. Dal lunedi al venerdi, lavoro con tante idee viaggio e blog per la testa ma non si puo’ fare più di tanto perché il tempo manca. E il weekend, attività blog, idee, pianificazione a 100 all’ora! Speriamo che un giorno, avremo più tempo di dedicare ai viaggi più lunghi, ma chi lavora in azienda sa che non è poi cosi semplice !
    Comunque, grazie per questo articolo che mette le cose in chiaro sul vasto mondo dei travel blogger 🙂
    Amélie

    1. Grazie a te per il commento!! Devo dire che è davvero complicato far comprendere alle persone che il travel blogger non cerca le ospitate gratuite … Noi ci stiamo provando a fare di questa nostra passione un lavoro vero, ma è davvero difficile! 🙂

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