Intervista a Only For Travel: si può vivere viaggiando?

Lo abbiamo chiesto a Klaudia Shabani e e Giovanni Gurini di OnlyForTravel

Quante volte ci siamo chiesti se si può vivere viaggiando! Ed ecco dunque il momento WOW della settimana. Oggi inauguriamo l’area “INTERVISTE” del nostro blog e lo facciamo con due persone speciali. Da quando abbiamo iniziato realizzare il blog e tutti gli “optionals” non smettevamo di pensare a come si potrebbe vivere viaggiando.

La professione del nomade digitale ci ispira da sempre e non vi nascondiamo di aver fantasticato su dove e come si poteva intraprendere un percorso lavorativo che permettesse a entrambe di viaggiare quando si vuole. Abbiamo valutato, letto, cercato e abbiamo iniziato a seguire persone che l’hanno fatta e già solo per questo eravamo felici. Abbiamo capito che non solo è possibile vivere viaggiando, ma si può fare senza avere fondi illimitati. Insomma, tanti problemi ce li creiamo noi, e questi problemi finiscono con il limitare le nostre scelte.

Nella nostra prima uscita, vi regaliamo un’intervista esclusiva a Klaudia Shabani e Giovanni Gurini, due persone meravigliose che stimiamo moltissimo e che ci hanno raccontato come hanno “programmato” la loro vita, viaggiando. Li abbiamo contattati su instagram e loro hanno accettato di rispondere alle nostre domande, descrivendoci il percorso e confessando i segreti di quello che per noi è la cosa più bella del mondo: vivere viaggiando.

Adesso mettetevi comodi, l’intervista è ricca di contenuti e spunti interessanti.


01. Cosa vi ha spinto a iniziare la vostra avventura?

Sicuramente la grande voglia di viaggiare, esplorare e conoscere posti nuovi, combinate con l’impossibilità di poterlo fare per via del poco tempo a disposizione a causa dei nostri vecchi lavori. Tutto questo ci ha portato a considerare l’idea di cambiare radicalmente le nostre vite.

Inizialmente fantasticando sul come fare, dove viaggiare, per quanto tempo, ed in seguito cominciando seriamente a pianificare il tutto ed organizzarci per lasciare i nostri lavori, lanciare il nostro progetto e partire verso l’Asia. La programmazione ha richiesto quasi 2 anni di “lavoro” tra mettere da parte quanti più soldi possibili ed il riuscire a lasciare i nostri lavori. Giovanni aveva un’attività propria con dipendenti e non poteva lasciare il lavoro con una semplice lettera di dimissioni.

Per il resto non abbiamo pianificato nel dettaglio il viaggio e tanto meno avevamo un itinerario preciso da seguire, ma decidevamo gli spostamenti e tutto il resto esclusivamente in base al budget che avevamo a disposizione.

Il progetto, inizialmente si chiamava Vivere Viaggiando e prevedeva la semplice condivisione della nostra avventura sui social attraverso la creazione di foto, video e articoli scritti sul blog. Eravamo convinti che facendo una cosa figa, ovvero il giro del mondo, automaticamente la gente si sarebbe interessata, ci avrebbero seguito e le aziende (agenzie di viaggio, brand, enti del turismo ecc…) si sarebbero accorte di noi, trasformando il nostro progetto in un vero lavoro. Il lavoro dei sogni per la maggior parte delle persone, ovvero essere pagati per viaggiare. La realtà invece è ben diversa: dopo il primo anno di viaggio, nonostante un discreto seguito, le nostre aspettative iniziali non si erano concretizzate. Non avevamo l’esperienza che abbiamo ora, dopo quasi 3 anni di viaggio. Adesso siamo più consapevoli dei rischi.

02. Con quali risorse siete partiti?

Prima di partire abbiamo cercato di mettere da parte tutto quello che potevamo. Abbiamo eliminato tutte o quasi le spese superflue come cene, aperitivi, abbigliamento ecc. Siamo partiti con i nostri risparmi.

Viaggiare in Asia è molto economico e viaggiare in generale costa molto meno rispetto a qualche anno fa, ma se volete provare, vi consigliamo di partire con una buona base economica che permetta di avere almeno un anno di autonomia (per esperienze lunghe come la nostra). Trasporti, vitto, alloggio, visti, spese generali per l’igiene personale, vestiti, considerate anche i costi di una buona assicurazione sanitaria. Quella è fondamentale. Il costo si aggira intorno ai 1.500,00 euro all’anno – in due.

E poi consigliamo di avere un piccolo fondo per eventuali emergenze o per spese improvvise come, ad esempio, le cure dentistiche che difficilmente sono coperte dalle assicurazioni. In sintesi, viaggiare può costare molto poco se ci si sa adattare, si possono fare lavori alla pari o essere ospitati da qualcuno per spendere ancora meno (couchsurfing, workaway ecc…) ed ovviamente si può guadagnare in viaggio lavorando ogni tanto, oppure facendolo online come facciamo noi, ma, viaggiare comunque non è gratis, diffidate da chi vi vende questo sogno.

03. Come vi approcciate alle strutture ricettive? Sono loro che chiamano voi o siete voi che vi proponete al cliente?

All’inizio li contattavamo noi perché dovevamo costruirci il nostro portfolio e dovevamo farci conoscere nell’ambiente. Al momento, avendo lavorato con più di 100 alberghi nel sud-est asiatico ed avendo un portfolio bello ricco sono sempre di più le strutture che ci contattano direttamente per collaborare con noi o per avere preventivi sui nostri servizi, ma per ritrovarci in questa situazione prima c’è stato un’anno e mezzo di lavoro e sbattimento, necessario per farsi conoscere, creare relazioni e differenziarsi dalla concorrenza.

Foto credits onlyfortravel

Al momento collaboriamo gratuitamente solo con le strutture per le quali siamo interessati a creare contenuti per i nostri social e portfolio, mentre per le altre cerchiamo sempre di vendere i nostri servizi (foto, video e consulenze). I consigli che possiamo darvi per iniziare in questo ambito è di porvi sempre in maniera professionale, creare contenuti di qualità che le strutture possano poi riutilizzare per le loro campagne pubblicitarie o social, contattare gli hotel in bassa stagione e soprattutto non affidarvi al numero di followers sui social per pretendere notti o soldi, ma createvi una credibilità nel settore avendo un buon portfolio di esperienze da mostrare. Dovete farvi il mazzo!

04. Dove vi vedete tra 10 anni?

Tra meno di un mese rientreremo in Italia dopo quasi 3 anni di viaggio e non solo non sappiamo per quanto ci fermeremo, ma stiamo ancora valutando quando ripartiremo e per dove … per cui figuriamoci se possiamo anche solo immaginare dove ci vedremo tra 10 anni!!!

Quello che vogliamo oggi non siamo sicuri di volerlo anche domani. Noi viviamo letteralmente alla giornata, però non ci piace programmare troppo la nostra vita, ma ci poniamo obiettivi a breve termine così da avere la libertà di cambiare senza troppi impedimenti.

05. Qual’è il posto più bello che avete visto?

Questa è la domanda che ci viene posta più frequentemente e probabilmente la più difficile a cui rispondere. E’ difficile perché la maggior parte delle volte “la bellezza” è un concetto molto complesso e nel nostro caso, molto spesso coincide con i posti in cui abbiamo provato belle emozioni, dove abbiamo conosciuto persone che ancora oggi consideriamo amici e posti che solo a parlarne ci viene il sorriso e ci si illuminano gli occhi. Poi ovviamente anche il fattore estetico, con spiagge e mare da sogno fa la sua parte, ma a dirla tutta sono pochi i paesi in cui non torneremmo più. Nella nostra TOP LIST al momento ci sono il Borneo Malese, l’Indonesia e la Thailandia.

06. Perché avete scelto l’Asia? Il vostro “vivere viaggiando” si potrebbe esportare in un altro continente?

Noi abbiamo deciso di partire dall’Asia considerando vari fattori tra i quali: il budget di viaggio iniziale, il nostro amore per le spiagge paradisiache (l’Asia ne è davvero piena) e onestamente per partire ci è sembrato il continente più soft considerando aspetti come la sicurezza, le informazioni di viaggio che si reperiscono online, tempi, durata dei visti ecc… Questo è senz’altro un modello esportabile in altri continenti e chissà quale sarà il nostro prossimo 😉

07. Parliamo un attimo dei vostri video: abbiamo notato che spesso le riprese negli spazi comuni sono senza clienti. Come fate: chiudete l’area adibita alle riprese? Fate le riprese nei periodi di chiusura delle strutture? Oppure in orari in cui i clienti non sono presenti?

È vero nei nostri video non ci sono gli ospiti a meno che non venga esplicitamente richiesto, ed è raro, perchè i guest, sono in vacanza, e difficilmente si prestano per le riprese e comunque servirebbero le liberatorie di tutti per poter essere utilizzati nei video commerciali. Per il resto è una combinazione di tutti questi fattori da voi elencati e dobbiamo impegnarci affinché la nostra presenza all’interno della struttura sia impercettibile e non disturbi non solo gli ospiti ma anche i dipendenti. Tutti devono essere il grado di continuare la propria routine, il proprio lavoro o le proprie vacanze, ma ovviamente un occhio di riguardo va sempre ai clienti, perché la loro privacy è sacra.

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08. Se volessimo un consiglio su dove passare una settimana, senza badare a spese, dove ci mandereste?

Frequentando questi posti pazzeschi ci siamo accorti di una cosa: se hai budget trovi la bellezza quasi ovunque! Purtroppo è triste dirlo, ma i posti più belli, fotogenici e da sogno sono sempre “rubati” dalle grandi catene che dominano il settore turistico di fascia medio-alta e molto alta, rendendo dei veri e propri angoli di paradiso accessibili solo a pochi fortunati. Noi ultimamente abbiamo messo gli occhi su un paradiso terrestre in Indonesia, Raja Ampat ed è proprio lì che vi manderemmo 😉

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09. Nel nostro blog parliamo anche di food e dunque vi chiediamo: Qual è il piatto più strano che avete assaggiato e dove?

Per quanto riguarda il cibo siamo abbastanza particolari perché non mangiando carne, abbiamo praticamente eliminato dalla lista la maggior parte della tradizione culinaria asiatica, ma le cose che ci hanno colpito di più in cucina sono gli ingredienti e la maniera diversa in cui vengono percepiti rispetto alla nostra cultura.

Ad esempio, i fagioli in Asia vengono visti come accompagnamento al dessert, quindi essenzialmente da mangiare dolci sotto forma di marmellata oppure sciroppati, cosa che da noi non esiste. Alla stessa maniera ad esempio, il formaggio viene categorizzato come dolce in molti paesi e grattugiato sopra ai dessert creando abbinamenti non sempre azzeccati a nostro parere.

Pensandoci però, una cosa parecchio particolare uno dei noi due l’ha assaggiata ed è il famoso verme grasso e chiaro in stile Timon e Pumba che in Borneo viene chiamato Butod. Inutile dire che non pensiamo di ripetere l’esperienza in futuro, ma abbiamo accettato questo dono da locali che ce lo hanno offerto come segno di gratitudine e benvenuto, per cui non potevamo rifiutare!!

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10. C’è qualcosa che avete fatto e che, con il senno di poi, non rifareste?

Onestamente no, ogni passo, tentativo o errore ci ha insegnato qualcosa e ci ha aiutato ad arrivare dove siamo oggi, per cui possiamo affermare di non aver nessun rimpianto. Questo viaggio ci è servito a diventare le persone che siamo oggi: migliori sotto tanti punti di vista.

Video credits onlyfortravel.net

In questa intervista abbiamo capito che vivere viaggiando è davvero possibile. Ci vuole coraggio, autocontrollo, capacità di rimettersi in gioco e un po’ di creatività, ma è fattibile. Ringraziamo ancora Klaudia e Giovanni per averci rilasciato questa intervista è vi invitiamo a visitare il loro sito ufficiale.

Visita il profilo instagram di Klaudia e Giovanni

2 commenti su “Intervista a Only For Travel: si può vivere viaggiando?

  1. io lo farei, ho viaggiato molto quando lavoravo in travel per 10 anni, ed un po’ mi manca, in piu’ in questo modo avrei la liberta’ di decidere, e dentro di me il mio sogno è la vita…in un van !!!! 🙂

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