Sei mai stato in una città dove a malapena si percepiscono i rumori e i bambini vanno ancora al parco da soli? Noi sì. E non stiamo parlando di un rifugio sperduto sulle montagne, senza luce e acqua corrente. Parliamo di una città che conta circa 620 mila abitanti, ed è la capitale della Danimarca.
Sono le 8:30 quando il nostro aereo tocca il suolo danese. Arriviamo con 15 minuti di anticipo. Da qui in poi il nostro viaggio sarà segnato da una puntualità disarmante.
Sette, sono i minuti impiegati per scendere dal nostro Boeing 737-800, e ritrovarci all’interno di un moderno aeroporto. Il più bello che abbiamo mai visto ed è anche in ristrutturazione. In mezzora siamo già in metropolitana. La linea che collega l’aeroporto al centro ci mette circa 12 minuti a portarci sul Nyavn, la via più famosa di Copenhagen.
Appena uscite dalla stazione Kongens Nytorv (proprio di fronte al Nyavn) percepiamo due cose: la frescura del mattino e il silenzio. Nulla di strano sulla fresca temperatura, eravamo preparate, ma non siamo abituate a non sentire rumori. Sembra di essere state colpite da una granata che ci ha reso sorde. Sembra che auto e bus non emettano suoni. E’ meraviglioso.
Basta una mezza giornata per renderci conto di come tutto a Copenhagen sia semplice e fruibile. Sui mezzi pubblici vige la regola di parlare a voce bassa, i danesi per non dare noia non parlano proprio.
E’ vietato mangiare sui mezzi pubblici e nessuno si permette di girare in città con le casse bluetooth a palla, come fanno in Italia. Tutti i negozi accettano le carte di credito, anche pagare solo un pacchetto di patatine. E’ un paradiso. Tutto è tracciato: persino l’elemosina. Come fanno? Le donazioni si fanno tramite SMS.
Le biciclette pubbliche sono un must, ma qui è roba vecchia. Il comune ha introdotto il monopattino elettrico che funziona tramite un app che sblocca il mezzo quando ti serve.
Parliamo ora dei bambini. Ce ne sono tanti, tutti bellissimi, biondi e con le guance rosse, i loro genitori sono spesso giovanissimi, ma consapevoli di essere una guida, un esempio da seguire. Educano i loro figli basandosi sul rispetto di tutto e di tutti. In quattro giorni abbiamo provato otto ristoranti e da nessuna parte abbiamo visto bambini capricciosi al tavolo. Nessuno di loro ha il cellulare o i giochi per stare tranquillo. Stanno seduti al tavolo e mangiano educatamente senza emettere versi.
I ragazzini danesi sono abituati a giocare nei parchi pubblici e ci vanno da soli. Hanno l’età per andare alle elementari e si muovono tranquillamente per la città, senza nessun adulto che li controlla. Per noi è fantascienza.
Nei locali, nei bar e nei ristoranti lavorano solo i giovani tra i 18 e i 24 anni. Sono responsabili, veloci e preparati a rapportarsi con il pubblico, ovviamente sono poliglotti, ma questo è scontato.
I danesi vivono davvero su un altro pianeta e loro non lo sanno nemmeno. Sono così “puri” da avere un senso di rispetto disarmante. E non possiamo fare altro che applaudire.
Ci siamo chieste cosa si prova a crescere in un paese così. Un paese libero, permissivo ma rispettoso, tecnologico ma sostenibile.
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Albergo a Copenhagen: la nostra esperienza all’Hotel Skt Annae
L’Hotel SKT Annae è davvero molto bello. Ben arredato con colori neutri tipici dei paesi del nord. L’area lounge e relax è qualcosa di spettacolare: divani, caminetto e aree private dove sembra di essere nel soggiorno di casa. La colazione è servita nell’area ristorante e il buffet viene allestito direttamente in cucina. C’è di tutto, ma più salato che dolce. Iniziare la mattina con un piatto di salmone affumicato non è da tutti. Ma noi abbiamo dato.
La camera deluxe che abbiamo prenotato è molto ampia. Il bagno, al contrario è piccolo, ma ha i riscaldamenti a pavimento, i prodotti da corpo organic e vicino ai teli l’hotel ci fa sapere di tenere molto alla sostenibilità invitandoci a non mettere a lavare le spugne inutilmente. La wifi è free, non protetta e funziona benissimo. Abbiamo lavorato parecchio con il nostro laptop e con tre smartphones e non abbiamo mai avuto problemi di connessione. Ottimi i cocktail del bar “The Club”.
Cosa mangiare a Copenhagen
Abbiamo assaggiato praticamente tutto eccetto l’oca e abbiamo decretato il vincitore. Il “Best Copenhagen Food Awards” va a ….
Re Salmone. Buono e sempre disponibile a qualsiasi ora del giorno, dalla colazione alla cena. In Danimarca si sa, non ci si può aspettare cibo esotico e i locali non te lo propongono nemmeno. Noi abbiamo mangiato pesce e carne di manzo e riteniamo che la cucina sia certamente un punto a favore di un paese che non ha tutte le materie prime che dispone l’Italia.
Come raggiungere la Sirenetta a Copenhagen
Tutti ci hanno detto: la sirenetta è una statua piccina incollata su una pietra, non vale la candela. Ma noi non ci siamo fidate, siamo a Copenhagen e dopo averla vista possiamo dire che è un bronzo che merita. No ovvio, se hai in mente la sirenetta della Disney, ecco no lascia stare, non è quella, per fortuna.
Una volta arrivati sul posto, davanti agli occhi appare una scena molto struggente. La sirenetta è seduta su uno scoglio, vicino alla riva. E’ triste anzi è disperata. E’ sola ed è consapevole che, per sua natura resterà sola per sempre. All’orizzonte si scorge la zona industriale con i fumi delle fabbriche e e questa cornice aumenta ancora di più la tristezza. Insomma per noi è una meta obbligata. E poi …
Per anni ci hanno fatto credere che per visitare la Sirenetta bisognava percorrere un tragitto a piedi. “Nessun mezzo pubblico porta alla sirenetta” E invece no. Non è vero!
Se vuoi vedere la sirenetta e vuoi andare con i mezzi, prendi il Bus n. 26 in direzione Faergeterminal che parte Kongens Nytorv. La fermata si trova di fronte al centro commerciale. Scendi alla fermata di Sondre Frihavn e da lì raggiungi la sirenetta camminando per circa 500 mt.
Prezzo medio per mangiare 25-30 euro a persona
Prezzo del biglietto giornaliero per i mezzi pubblici 4 zone – 10 euro
Il nostro video
Roskilde e le navi vichinghe
Ebbene sì questa volta ci siamo state! Era un sogno nel cassetto che in passato non eravamo riuscite a realizzare. Ma questa volta siamo andate a Roskilde e al museo delle navi vichinghe. Se hai tempo vai, la cittadina è bellissima e merita anche solo una visita di qualche ora. Leggi qui il nostro racconto.
2 commenti su “Copenhagen: la perla del nord, tra ordine e pulizia”